La profumatissima nonché bellissima Rosa damascena sarà l'argomento del primo incontro del nostro ciclo, aperto a medici, terapeuti e specializzandi, e dedicato agli "Stati della materia e dimensione psichica".
Affronteremo una ricerca: l'energia della materia nelle sperimentazioni e nella clinica omeopatica, con il dott. Antonio Abbate, direttore dell'Accademia Omeopatica Sarda e del Centro medico Masi Elizalde, e con la dott.ssa Gabriella Guidi, psicologa e psicoterapeuta.
Il primo incontro sulla Rosa damascena avrà luogo sabato 30 settembre, dalle 09:30 alle 13:30, presso i locali del Centro Elizalde, in via Saturnia 49.
Avrà un costo di € 50,00 e sarà necessaria la prenotazione al numero 3473848859.
Sarà possibile partecipare anche online, da remoto: info al 3473848859.
Per un quadro teorico, si legga qui:
La personalità del rimedio omeopatico - Ogni rimedio omeopatico ha una sua personalità: lo sapevi?
La terapia omepatica unicista o hahnemanniana: il principio di una cura fortemente personalizzata.
Primo incontro: "Rosa damascena: l'energia del fiore nella sperimentazione e nella cura omeopatica".
a cura del dott. Antonio Abbate
Introduzione
Un fiore! Come si presenta nel concreto un soggetto Rosa damascena?
Nei testi, sono riportati un certo numero di dati conseguiti dalle recenti sperimentazioni.
Poi ci sono dati estrapolati da ipotesi e riferimenti simbolici.
Ma vi assicuro che avere la fortuna di incontrare (e riconoscere!) una Rosa damascena nella pratica clinica è un'esperienza veramente particolare. Che prende. È ammaliante. Scuote le emozioni.
Comprendi il senso della bellezza della rosa e scopri anche quanto la rosa può pungere con le sue spine...
Non si sente il profumo, ma sono certo che vi giunge la bellezza del fiore.
Rosa damascena è il sentimento di soddisfazione e di serenità gioiosa.
Però... come la mettiamo con le spine?
Una premessa importante. I dati riportati sulla sensibilità e i comportamenti della persona Rosa damascena, ad esempio le sue “spine” - ma ciò vale per i dati di tutti i medicamenti descritti - non sono frutto di ipotesi o di associazioni simboliche, ma dati reali, concreti, si tratta di sintomi sperimentali o della clinica, cioè del paziente.
Dunque, non ci si deve basare sull’immagine del fiore, o delle sue spine, e ipotizzarne un significato recondito. Non vale la "Legge delle Segnature", tanto avversata da Hahnemann. (Anche se va detto che certe ipotesi possono contribuire, ma con un valore speculativo, a una riflessione). Perché è necessario restare SEMPRE nel concreto, nell’oggettività data dai sintomi. Solo i sintomi possono dare indicazioni chiare, inequivocabili, e spesso rimandano con grande coerenza agli aspetti esteriori (o interiori) del fiore.
Il caso clinico
Annebelle ha 18 anni. La mattina si sveglia paralizzata, non può parlare, né fare movimenti e “neanche spostare una mano”
Non riesce ad attraversare la strada da sola per paura delle automobili, dice: “Ho bisogno di qualcuno che mi prenda per mano!”.
Annebelle è una ragazza molto creativa, ama vedere film e le piace dipingere.
Interessante è la metodologia applicata per studiare la paziente e il suo medicamento. Si basa sugli studi di A. Masi Elizalde, un caposcuola dell’omeopatia argentina scomparso pochi anni fa.
Di Annebelle studiamo i sintomi fisici, le loro cause, la sensibilità affettiva, le paure, l’idea che lei ha della realtà che quotidianamente vive, i suoi sogni, e le deformazioni/perturbazioni causate dalla sua disarmonia di fondo (in omeopatia la suscettibilità si definisce: psora primaria).
Annebelle: “Temo che il ragazzo, quello giusto, non si innamori di me”.
“Sento che devo amare sempre molto di più perché ho paura dell’abbandono”.
“Stare lontana, anche per poco tempo, da un ragazzo una persona amica, ad esempio per un mese, mi fa venire la paura che poi non mi voglia più bene!".
Abitualmente, pensando alle spine della rosa, ne temiamo la puntura. Le spine però sono per il fiore una difesa. Inoltre le spine appartengono al fiore, nel senso che vanno intese anche come propri elementi di sofferenza.
Nel gergo colloquiale, tra i modi di dire, si dice “avere le spine al fianco” quando si vuole esprimere un tormento, una grande preoccupazione, di cui non si riesce a liberarsi e che dura a lungo.
Studieremo le spine al fianco di Annebelle…
Alla ricerca della Rosa
Non è facile studiare la Rosa damascena nel profondo.
Entrare nel campo delle sue energie, della sua comunicazione biomagnetica, vissuta e poi raccontata dagli sperimentatori. Stati emotivi, sogni, desideri, speranze, paure e tanti, tanti sintomi fisici ci giungono dagli sperimentatori sensibili, come anche dai pazienti che vibrano sincronicamente con il segnale del fiore che porta al cambiamento profondo, alla guarigione.
Non è facile nemmeno reperire la Rosa damascena.
Ho fatto una ricerca in erboristerie ben rifornite. Si può acquistare il profumo preparato dai petali delle rose, ma si tratta di un preparato che è un misto di rose di vario genere. Quando invece si chiede specificamente l’essenza della Rosa damascena, allora la risposta è deludente: non ce l’hanno. Dunque ci sono difficoltà nel reperirla. Se ne produce poca, sempre di meno, da quando è in corso la guerra civile in Siria: le rose di Damasco hanno subito i contraccolpi dalla guerra.
Per questa ragione, il prodotto è anche molto caro. L’essenza della Rosa di Damasco costa molto, per cui non si vende molto, sostituita dai numerosi aromi artificiali che, venduti in appariscenti confezioni, hanno un prezzo più abbordabile.
Mi inseguiva un desiderio. Acquistare sia l’essenza della Rosa damascena (il profumo) che il suo infuso di petali (la tisana). Il mio era un semplice obiettivo: la condivisione di uno stupendo caso clinico; è stata grande la fortuna di incontrare e riconoscere, in Libano, una paziente Rosa damascena. Studiarne la sua sofferenza, le paure e le speranze. Raggiungere una conoscenza profonda e una sintonia con il medicamento, che riporterò nell’incontro di sabato 30 settembre, seguendo modalità di comunicazione poco ortodosse, insolite... seguenaìdi anche il desiderio di una modalità diversa di condivisione dell’esperienza del medicamento.
Mi sono messo al lavoro, ho fatto una ricerca. Ho scoperto che essenzialmente sono due i luoghi in cui viene coltivata la Rosa damascena. Si produce in Siria, come indica appunto il nome, precisamente nella zona di Damasco; e in Bulgaria. Per questa ragione il fiore è conosciuto sia come Rosa di Damasco che come Rosa della Bulgaria. Si tratta dello stesso ibrido. Sembra che geneticamente provenga dall’incrocio tra Rosa gallica e Rosa moschata.
Ho infine trovato l’essenza della Rosa damascena in Spagna, viene da Barcellona. Ho fatto l’acquisto. Ho preso anche l’infuso. Prepariamoci: condivideremo oltre al caso clinico, al quadro sperimentale psichico e somatico del fiore... anche il suo profumo e il suo sapore!
Devo anche fare una confessione: la curiosità ha preso il sopravvento.
Non potevo aspettare sabato 30: ho aperto immediatamente la confezione e mi sono cosparso le braccia di profumo. L’impressione è stata veramente particolare: inizialmente si percepisce un profumo molto delicato, appena percettibile. L’aroma quasi non si distingue all’olfatto.
Poi accade qualcosa di straordinario... con il calore della pelle l’essenza prende forza, si espande e diviene molto forte. Si apprezza un odore molto dolce, profumato, profondo: very strong! Che ti prende, ti avvolge, si fa sentire, eccome, e non ti lascia più.
Questa esperienza olfattiva mi ha fatto comprendere qualcosa di più di Annabelle, la paziente che ho curato con il medicamento.
L’aroma è una forte presenza, è impegnativo, è importante. In modo subdolo invade prepotentemente e completamente le terminazioni olfattorie. Non le lascia più.
Ho percepito la grandezza, la preziosità, la forte e autorevole presenza del fiore. Il profumo, non so perché, mi ha portato con la fantasia ai salotti bene ottocenteschi, ornati di broccati di velluto, di quadri antichi d’autore, di tabacchiere d’argento. Rosa damascena dunque non passa inosservata: il suo colore è delicato ma la sua essenza nasconde una forza straordinaria!
Ci vediamo il 30 settembre?
L’infuso non l’ho provato: completerà la nostra esperienza. Verranno saturate anche le papille gustative grazie a questo aristocratico, forte, generoso, possente fiore.
L’incontro di sabato 30 settembre dunque si prospetta come un’esperienza multilivello: lo studio del medicamento, l’osservazione del caso clinico e le vibrazioni date dal profumo della Rosa damascena.
(Mi dispiace un po', per chi sarà costretto al collegamento a distanza con Skype!)
NON MANCATE!
Immaginate che sabato si prospetta…
Un sabato raro?
No, un sabato unico.
Come saranno unici e preziosi i vostri racconti di questa esperienza.