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L’uso omeopatico del cioccolato / #giornatamondialecioccolato

In occasione della Giornata Mondiale del Cioccolato 2021, pubblichiamo un approfondimento a cura del dott. Antonio Abbate, direttore del Centro A.M. Elizalde. Buona lettura!

By Luisovalles - Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9464209

La storia del cioccolato

Il cioccolato ha una storia molto antica.

Gli indigeni dell’America Centrale apprezzavano il cioccolato come bevanda amara, lo xocolatl. Maya e Aztechi preparavano la bevanda in una forma cremosa e schiumosa, con i semi del cacao mescolati ad acqua, peperoncino e farina di mais.

Il cioccolato veniva considerato un valido rimedio naturale per migliorare l’umore e recuperare le forze.

Il capo azteco Montezuma II ne consumava in abbondanza e per avere migliori prestazioni sessuali con le sue 50 giovani preferite si dice che ne bevesse 50 tazze al giorno; egli però non lesinava la bevanda ai guerrieri visto che divenivano più forti nei combattimenti.  

Nell’anno 1519 gli spagnoli agli ordini del generale Cortès sconfissero gli Atzechi e invasero l’America Centrale. Così conobbero la bevanda. Poi ne modificarono la ricetta adattandola ai gusti spagnoli. Vi aggiunsero diverse spezie che avevano da poco conosciuto. La prepararono con zucchero di canna e miele per dolcificarla, cannella, vaniglia e pepe nero per arricchirne e irrobustirne l’aroma.

Questa nuova bevanda divento presto popolare e divenne così ricercata che se ne interessò anche la Chiesa. Nonostante avesse proprietà benefiche e curative, la bevanda fu proibita in quanto afrodisiaca e dunque fonte di peccato, perché istigatrice di attività sessuali promiscue…

L’intervento della Chiesa però non pregiudicò la sua diffusione, ma fece sì che rimanesse un segreto nazionale per quasi un secolo. Solo dopo il 1600 il cioccolato si diffuse prima in Inghilterra e poi nel resto dell’Europa.

Nel secolo successivo il cioccolato continuò ad essere associato alla passione e alla lussuria, finché Anna d’Austria, in occasione del suo fidanzamento con re Luigi XIII, facendogli dono del cioccolato confezionato in una scatola di legno decorata sdoganò questa leccornia.

La cioccolata così fu apprezzata come elisir d’amore e si diffuse ampiamente nell’aristocrazia europea.

In seguito ci fu il successo commerciale grazie alla rivoluzionaria invenzione dei cioccolatini. La cioccolata diventò una piacevolezza accessibile, popolare e universalmente associata al romanticismo.

Mentre il chimico olandese Johannes van Houten nel 1828 inventò la macchina per il cacao, uno strumento che grazie a degli stampi permetteva finalmente di lavorare e solidificare il cioccolato, a partire dalla metà del 19° secolo i cioccolatieri perfezionarono il processo artigianale e l’inglese Richard Cadbury, titolare del famoso marchio di cioccolato, fu uno dei primi produttori ad aver avuto l’idea di associare queste piccole delizie alla festa di san Valentino. Da vero artista e grande uomo d’affari, egli lanciò l’idea delle scatole di cioccolatini decorate da regalare il 14 febbraio per conservare lettere d’amore segrete.

Il cioccolato che si trasforma in medicamento omeopatico

I sintomi che si producono nelle sperimentazioni omeopatiche sono la strada maestra per la scelta del medicamento appropriato per il paziente. 

Samuel Hahnemann, il fondatore della medicina omeopatica, insieme a molti altri omeopati della sua epoca, fi il primo a verificare gli effetti di numerosissime sostanze sperimentandole su persone sane, cominciando da loro stessi e dai propri familiari, annotando scrupolosamente tutti i sintomi.

Diluendo sempre di più le sostanze (processo di diluizione) e contemporaneamente imprimendo alle provette forti scosse meccaniche (processo di dinamizzazione) si ottiene un preparato la cui azione rispetto alla sostanza di partenza non diminuisce, ma diviene più forte. Questa accentuazione degli effetti non si osserva in tutti gli sperimentatori, ma accade solamente in un numero limitato di persone: quelle che sono particolarmente sensibili all’energia della preparazione omeopatica.

Con l'aumentare del numero delle diluizioni oltre ai numerosi sintomi fisici (febbre, dolori, ecc.) negli sperimentatori compaiono anche sintomi psichici complessi (ansia, angoscia, paure, ecc.).

Dunque psiche e soma sono interconnessi. I sintomi organici (bruciore allo stomaco, asma bronchiale, ecc.), come anche i sintomi generali espressione della sensibilità e della costituzione della persona (ad esempio la sensibilità al caldo o al freddo, l’adattamento alle stagioni, i desideri e le avversioni alimentari, i sogni, ecc.) sono modalità di comunicazione della psiche. Un codice simbolico, analogico, con cui l’ammalato esprime desideri, necessità e conflitti.

Il centro della persona dunque è la parte spirituale. Gli organi non si ammalano autonomamente. I sintomi somatici sono le impronte lasciate dalla psiche nel corpo e costituiscono la rappresentazione “palpabile” delle difficoltà esistenziali vissute dall’ammalato. La malattia somatica trae origine nella parte spirituale più profonda.

L’insieme dei segnali psichici e delle sensazioni negative sono legate ad una distorsione della realtà. La cura richiede, per similitudine, un’energia curativa che modifichi il vissuto del paziente.

Le preparazioni omeopatiche, le ultradiluizioni, sono sprovviste di molecole per cui la loro azione terapeutica è legata alla struttura ultramolecolare, all’impronta biomagnetica lasciata dalla sostanza di partenza nell’acqua di diluizione. Il medicamento grazie ai campi di energia biomagnetica porta al paziente l’informazione di cui ha bisogno.

La cioccolata, come ogni altra sostanza naturale, quando è preparata omeopaticamente si trasforma in un veicolo di informazioni che creano perturbazioni negli sperimentatori, ma curano gli ammalati quando l’omeopata applica la legge dei simili.

Il significato terapeutico dell’energia informazionale del medicamento Chocolate

Dai sintomi sperimentali emergono in maniera chiara alcune tematiche che si ritrovano anche nei soggetti per i quali è indicato Chocolate, il medicamento omeopatico preparato con la cioccolata.

La prima tematica (principale): la sensazione di mancanza di amore e senso di abbandono.

Le persone Chocolate non si sentono amate e non hanno un buon rapporto con la madre. Nel profondo si sentono sole al mondo, abbandonate.
Quando sono positive appaiono fiduciose, rilassate, pazienti e soddisfatte. Prese dalla negatività entrano nel panico. Si sentono distanti dagli altri. Hanno una forte sensazione di abbandono.
Spesso si proteggono isolandosi e così si allontanano dagli altri. Sono timide, sembrano distanti, il problema è che non riescono ad entrare in relazione.

Il secondo tema è la distanza affettiva, la percezione di sentirsi affettivamente separati dal mondo.

Una mamma o un papà che si sente separato dalle persone a cui vuole bene. Gli affetti gli sono distanti. Sente addirittura di non appartenere al mondo, perché non è luogo di sentimenti di tenerezza e di bene, di quell’attaccamento solidale che lega tra loro le persone.
In famiglia la moglie mostra avversione per il marito e i figli. La sua nevrosi è un modo per sfuggire alle angosce. Sempre in attività non riposa mai. Non c’è tempo né voglia per le smancerie. Apatica e indifferente alle richieste. Lavora fino allo sfinimento.
Quando la crisi diviene profonda compare depressione.  Vuole restare a letto e non fa nulla. Risponde con lentezza, non segue i discorsi, si stanca facilmente. Diviene esausta.

La terza tematica riguarda l’aggressività e la (falsa) percezione che gli altri gli siano contro e gli vogliano male.

Si tratta di una condizione reattiva dovuta ad una amara disillusione: non c’è alcuna possibilità di amare ed essere amati. I bambini sono stizzosi, si arrabbiano facilmente. Mordono.
Gli adulti appaiono invece tormentati, sono ipersensibili e dicono di sentirsi trattati male. Diventano aggressivi e sviluppano comportamenti antisociali. Appaiono minacciosi e sono dominati dalla malignità.

La quarta tematica: le grandi aspettative dalla vita.

Il soggetto Chocolate ha bisogno di agire, di fare. È una persona creativa, con grandi capacità realizzative. È testardo e determinato: porta i suoi progetti fino in fondo.
Soffre però di ansia. Si tratta di una tensione alimentata dalle sue aspettative. Al mattino quando si alza gira già a mille. Pronto ai numerosi impegni che lo aspettano è eccitato e nervoso quando esce da casa.
Realizza progetti e accumula denaro. Ha un bel conto in banca che però non gli dà tranquillità. È sempre molto attento negli affari. Costantemente in ansia per questioni di denaro.

La quinta tematica: il futuro come incognita.

Si sente in pericolo. La sua condizione è minacciata. Non sa che cosa gli riservi il futuro. Teme di non avere risorse economiche a sufficienza. Ha paura di ammalarsi.
Teme che da un complesso di circostanze possa derivargli un grave danno.
Ha paura del buio, della morte, di perdere le persone a cui vuole bene. Nei sogni vede scomparire i suoi affetti. I parenti muoiono. L’amico cade dalla finestra. 

Sesta tematica: la dipendenza.

L’incertezza per il futuro è dovuta alla sensazione di un pericolo che incombe. La salute da un momento all’altro può abbandonarlo.  Ha bisogno si sicurezze, accumula denaro, ma non gli basta mai.
Diviene avido, ha continuamente bisogno di gratificarsi. Mangia molta cioccolata. Ha una dipendenza dai dolci e dalle sostanze energizzanti (cibi ricchi e grassi, bevande dolci e frizzanti).

Settima tematica: paura ed egoismo

Malizioso e polemico. Ha talento per la politica, ma manca di sentimento morale. Pensa solo a sé stesso.
Gretto e codardo. Si è trasformato in un egocentrico ed egoista.

Ottava tematica: l’autolesionismo.

Chocolate prende una china autodistruttiva. È nervoso e arrabbiato. Si sente svuotato. Mentalmente insicuro e confuso. Smemorato. Ha sensi di colpa. Disperato, mutila il suo corpo. Le sue idee sono deliranti. Va fuori di testa.

Chocolate e la cura

L’energia informativa del medicamento porta nell’ammalato un cambiamento nel sentire e nell’agire. Chocolate agisce sulla sensazione di essere abbandonato. Il paziente non si lamenta più. Scompare la percezione di sentirsi isolato dagli altri. La necessità di autogratificarsi si riduce, come anche il bisogno di nascondersi e mangiare dolci.

Il paziente riacquista fiducia in sé stesso e ciò genera in lui nuove speranze. Lo stato di coscienza crea sensazioni di sicurezza, di tranquillità, con senso di serenità.

La disposizione d’animo si trasforma: diviene comunicativo, spontaneo, amorevole. Si sente pervaso da una gioiosa speranza. La spiritualità prende respiro. Finalmente percepisce la vicinanza affettiva della sua famiglia.

Il cioccolato dunque è il desiderio nascosto di felicità. Significa nutrirsi di un amore senza ostacoli. L’amore è il luogo caldo e riparato che il soggetto Chocolate brama. Provare affetto per lui vuol dire vivere la gioia e l’allegria.

Chocolate è l’amore che annulla ogni distanza.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona
( Dante Aligheri )

L'amore, che a nessuno risparmia, se amato, di riamare…              

                                                                                                                               La Divina Commedia di Dante Alighieri

A cura del dott. Antonio Abbate, direttore del Centro Medico A.M. Elizalde

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