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La personalità del rimedio omeopatico

Ogni rimedio omeopatico ha una sua precisa personalità. Lo sapevi?

Quando stiamo male, il medico “tradizionale” (che gli Omeopati chiamano allopata) ci chiede cosa abbiamo e ci dà un farmaco per combattere i sintomi di quel malessere. Aspirina per il mal di testa, antipiretico per la febbre, e così via. A un sintomo corrisponde un farmaco.

Per l’Omeopatia non è così. Nell’Omeopatia conta la persona, non il suo sintomo, è importante il malato, non solo il suo male. Perché ognuno di noi è diverso e ha un mal di testa diverso, un raffreddore differente, un’influenza a sé! E perché anche i rimedi sono diversi tra loro e hanno delle personalità specifiche!

Quindi per il medico omeopata è importante:

  • capire e conoscere la persona che sta male
  • capire meglio che tipo di male ha!
    Non basta dire “ho mal di testa”, il medico ti chiederà: dove di preciso? Sulle tempie, intorno agli occhi, in profondità? Che tipo di male senti: è un bruciore, oppure una serie di colpi? Hai notato se peggiora o migliora in qualche modo, ad esempio con il caldo, con il freddo, stando al buio? Ecc.

Le caratteristiche della persona unite a quelle della sua malattia aiutano il medico a capire quale rimedio usare.

Ogni rimedio va bene per diverse malattie su una stessa persona, oppure può curare lo stesso tipo di problema che si manifesta in persone diverse. Ogni rimedio omeopatico ha una sua personalità specifica e un suo quadro dei sintomi.

Come facciamo a conoscerlo? Grazie alla sperimentazione.

Sperimentazione su animali? Assolutamente no! Le “cavie” dei rimedi omeopatici sono persone volontarie e in buona salute, spesso i medici stessi, che assumono il rimedio e ne verificano gli effetti.

L'Omeopatia dice NO alla sperimentazione su animali. Li vogliamo così: liberi e... sani!
L'Omeopatia dice NO alla sperimentazione su animali. Li vogliamo così: liberi e... sani!

La personalità di ciascun medicamento omeopatico si ottiene dall'intero quadro dei sintomi causati dal farmaco nella persona in buona salute che volontariamente si sottopone alla sua sperimentazione.

Il medicamento stimola la sfera psichica e somatica del soggetto sano sperimentatore, e crea una condizione di malattia psicofisica artificiale.

La persona sana che sperimenta il rimedio sperimenta una condizione di “malattia artificiale” creata dal rimedio stesso. Non è malata, ma ha i sintomi della malattia! Vive sulla sua pelle la condizione mentale, gli atteggiamenti comportamentali e a volte gli acciacchi che appartengono al farmaco. Proprio quella condizione può essere curata, nella persona ammalata che li presenta allo stesso modo, per la legge di similitudine.

Il medicamento omeopatico agisce come un ventriloquo, le cui parole sono pronunciate da un'altra persona.

Allo stesso modo, nel corso della sperimentazione, il farmaco omeopatico dà segno della sua personalità con una voce che è quella dell'esperienza dello sperimentatore, che lo assume in forma dinamizzata.

Dott. Antonio Abbate

Ciascun medicamento omeopatico mostra nelle sperimentazioni una propria condizione di disarmonia, che si esprime con sintomi a livello psichico e fisico: quegli stessi sintomi che possono essere curati nell'ammalato, quando c'è una corrispondenza dell'intero quadro psicosomatico in accordo con la legge di similitudine. Lo sperimentatore riporta e registra la sua esperienza, che viene poi utilizzata quando arriva un malato “vero”, con gli stessi sintomi e gli stessi atteggiamenti, problemi, caratteri psicologici manifestati dallo sperimentatore mentre prendeva il farmaco.

diario-sperimentazione

Ecco quindi che si dispiega la legge della similitudine, il principio cardine dell’Omeopatia: il rimedio cura nel malato ciò che provoca nella persona sana. Questo principio, insieme alle sperimentazioni, ci apre un mondo: alla scoperta di tanti caratteri, di tante psicologie, di tante malattie specifiche e uniche, collegate a tanti modi di vivere la vita e di affrontare i problemi.

Li scopriremo insieme, un articolo alla volta, un rimedio alla volta. Ti va di seguirci? Faremo un viaggio affascinante, alla scoperta dei rimedi omeopatici e delle loro personalità.

Un’ultima nota: se a questo punto ti stai chiedendo: ma cosa succede poi agli sperimentatori?, la risposta è: niente di male!
Quando la sperimentazione si conclude, e la persona smette di assumere il rimedio, anche i sintomi e le “stranezze” cessano. Resta il ricordo di un’esperienza forte, di un viaggio nella mente di qualcun altro, che lascia un prezioso patrimonio di conoscenza empirica nel cuore di chi lo ha fatto.

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4 pensieri su “La personalità del rimedio omeopatico

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