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Storia dell’omeopatia in Italia – L’arrivo

Nell'introduzione alla nostra rubrica "Storia dell'Omeopatia in Italia", scrivevamo:

Vogliamo proporre a voi lettori un viaggio: il viaggio che l'omeopatia ha fatto in Italia, dai suoi inizi e per tutto il secolo Diciannovesimo. Tra guerre, epidemie e rivoluzioni politiche che hanno infiammato la nostra Penisola.

La storia dell'omeopatia si intreccia fortemente con la storia d'Italia, grazie al coraggio e all'iniziativa di tanti medici: che hanno partecipato alla vita civile e sociale delle loro città, hanno praticato l'omeopatia nei momenti più critici, hanno dispensato gratuitamente i rimedi.

Eccoci quindi alla prima tappa del nostro appassionante viaggio di scoperta della storia dell'Omeopatia, che arriva in Italia in uno dei momenti più critici e infiammati della sua storia moderna.

C'è da dire che, nel Diciannovesimo secolo, l'Italia non è ancora uno stato unitario. E la situazione politica frammentaria della nostra penisola italiana porta a uno sviluppo differente dell'Omeopatia nelle varie zone e nei vari stati.

L'opinione generale e più diffusa è che l'omeopatia italiana parta da Napoli.

Napoli in effetti è la prima città nella quale l’omeopatia viene applicata in modo pratico e metodico e si diffonde.

Come ci arriva? E perché proprio Napoli?

Nel 1820 e 1821, tutta l'Europa si solleva in alcuni dei moti più importanti dell'Ottocento. Siamo nell'epoca della Restaurazione, nella quale le maggiori potenze europee stringono patti per cancellare le conquiste della Rivoluzione Francesce ancora viva nella memoria, e "ripristinare l'ordine" dei Re e delle dinastie assolutiste. Ma le popolazioni vivono sentimenti ben diversi, e resta il senso di ribellione e un forte empito repubblicano e indipendentista.

Anche Napoli, seconda in Italia solo alla Sicilia, si rivolta contro l'assolutismo borbonico, in un moto di indipendenza animato dai gruppi carbonari e sostenuto da una diserzione organizzata di molti ufficiali dell'esercito con le loro truppe.

Questo primo moto di indipendenza, però, non ha un esito positivo e la rivolta viene sconfitta e soffocata anche nel sangue. La Santa Alleanza appena stipulata dalle varie potenze entra in azione e l'esercito austriaco corre in soccorso del Re Ferdinando di Borbone, occupando Napoli e ampia parte della Campania.

Al seguito delle truppe austriache, e irreggimentati anche come Ufficiali Medici, ci sono anche molti medici omeopati (come lo stesso Medico in capo dell'esercito), che iniziano anche a Napoli a praticare l'omeopatia e a scambiare studi, rimedi e conoscenze con l'ambiente medico e accademico napoletano: proprio all'Accademia Borbonica verranno fatte diverse conferenze e dimostrazioni anche da allievi di Hahnemann stesso.

La statua di Hahnemann a Scott Circle, Washington DC
La statua di Hahnemann a Scott Circle, Washington DC

Tra studi, dimostrazioni, scambi di cortesie, regali e traduzioni di volumi di Hahnemann, i medici austriaci diffondono la pratica medica omeopatica, contribuiscono alla formazione di medici italiani e lavorano negli ospedali della città, dimostrando sul campo il valore dell'omeopatia.

Uno di loro, il dottor Necker di Melnik, apre addirittura un ambulatorio e un dispensario omeopatico, e "conquista", stavolta senza l'uso di armi, molti medici che imparano da lui e proseguono poi le sperimentazioni e la pratica omeopatica.

Dopo la partenza degli invasori, l'omeopatia rimane: praticata da medici italiani altrettanto preparati medici italiani come il dottor Romani e il suo paziente-allievo De Guidi, che tra Napoli e Lione forma a sua volta nuovi medici italiani, pronti a partire alla volta di tutta Europa!

Nel frattempo, l'anziano re Ferdinando muore e gli succede al trono Francesco I di Borbone, che ha come medico personale il dott. Cosmo De Horatiis: un convinto e valente omeopata.

Mentre la dottrina di Hahnemann si diffonde in tutto il Regno delle Due Sicilie e le autorità mediche ufficiali non perdono occasione per ostacolare tale sviluppo, l’appoggio di Francesco I permette a De Horatiis di effettuare un esperimento di cura omeopatica nell’Ospedale della Trinità di Napoli. Esso dura qualche mese e si conclude con risultati soddisfacenti e le pubblicazioni di risultati positivi su 180 casi clinici ben analizzati.

Non va così il secondo esperimento, coordinato dal dott. Romani, che, a causa dell’ostruzionismo e del sabotaggio degli allopati, naufraga fra roventi polemiche. Alcuni medici napoletani infatti dichiarano alla popolazione e ai nobili che i pazienti di Romani sono tutti morti: Francesco in persona si reca all'ospedale, e trova tutti i pazienti della sperimentazione di Romani vivi e anche in buone condizioni di salute. Ma il panico e la sfiducia diffusi sono difficili da superare.

Cosmo Maria De Horatiis ha anche una pagina su Wikipedia.it, dove però NON si nomina l'omeopatia!
Cosmo Maria De Horatiis ha anche una pagina su Wikipedia.it, dove però NON si nomina l'omeopatia!

Aggiungiamo pure un altro fatto importante: nel Regno borbonico, e in generale nella travagliata Italia, le truppe di occupazione sono una presenza pesante, sofferta e odiata, come è ovvio e giusto che sia! Anche le "novità" portate con queste truppe non sono ben vissute, sono viste come imposizioni e spesso odiate a prescindere, perché parte di una presenza illeggittima e violenta. Anche l'omeopatia, nonostante la sua utilità ed efficacia, è vista dai pazienti e dal popolo come una prerogativa degli occupanti: e l'accusa di essere filo austriaci non era un'accusa leggera, nemmeno per i medici!
L'omeopatia quindi va avanti, fronteggiando insieme l'ostilità ottusa della classe medica e il risentimento, umano e in qualche modo comprensibile, della popolazione.

Poco sopra, abbiamo scritto:

L'opinione generale e più diffusa è che l'omeopatia italiana parta da Napoli.

Parliamo di opinione generale e diffusa, perché nuovi studi storici dimostrano che l'omeopatia era già conosciuta in Italia prima del 1821.

L’omeopatia ha avuto modo di attecchire a Napoli nel 1821 perché la scienza e la cultura del Regno avevano già preparato un terreno fertile per il suo germogliare.

Dall'articolo: Da riscrivere la storia dell'omeopatia in Italia

L'analisi di pubblicazioni precedenti al 1821 dimostra che diversi articoli di Samuel Hahnemann furono pubblicati anche in italiano già a inizio secolo, e che i medici teramani Vincenzo Comi e Melchiorre Delfico, illustri personalità scientifiche conosciute anche oggi, conoscevano e stimavano fino alla venerazione il lavoro di Samuel Hahnemann.

Grazie a Vincenzo Comi e Melchiorre Delfico entrambi di Teramo, Francesco Romani medico e filosofo di Vasto e Rocco Rubini medico e farmacologo di Cellino Attanasio, la nuova medicina di Hahnemann entra in Italia e ha modo di attecchire.

Dall'articolo: Da riscrivere la storia dell'omeopatia in Italia

Anche nel caso di Melchiorre Delfico, Wikipedia non cita l'omeopatia
Anche nel caso di Melchiorre Delfico, Wikipedia non cita l'omeopatia

L'ambiente medico italiano è quindi ricettivo alle scoperte di Hahnemann e si fa trovare pronto all'arrivo della pratica omeopatica. Nel 1834, i medici omeopatici italiani registrati erano ben 500.

Ma l'omeopatia ha ancora molte sfide di fronte a sé, proprio come l'Italia che passa per nuovi moti, occupazioni, guerre d'indipendenza.

Continuate a seguirci in questo viaggio affascinante: la storia dell'omeopatia in Italia!

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